Michela Murgia si è sentita intimidita, persino minacciata. Mentre era ospite di Lilli Gruber il 29 aprile, dibattendo con Alessandro Sallusti ne ha combinata un’altra delle sue. Colei che definisco affettuosamente Michelona nostra è un personaggio di spicco sul fronte del vittimismo femminile a 360°, ha trovato il modo di incolpare un partito ed il suo leader per alcuni episodi che la avrebbero intimidita, anzi, addirittura minacciata al supermercato, all’aeroporto, alla stazione… L’episodio più grave: mentre si accinge a prendere il treno un agente le chiede «Signora, lei ha paura della mia divisa quindi?». Frase oltraggiosa e aggressiva, chi non vedrebbe una terribile minaccia? Per il metro di valutazione proclamato dalla Murgia potrebbe addirittura essere femminicidio. Michelona lamenta una campagna d’odio nei suoi confronti, dimenticando forse di essere una generosissima dispensatrice di odio dagli spazi mediatici dei quali gode in abbondanza. Dalla sua posizione privilegiata lancia strali a go-go contro chiunque, da Battiato a Figliuolo, da Grillo a tutte le famiglie italiane in ognuna delle quali ci sarebbe proprio un Grillo come simbolo dell’oppressore maschio/bianco/etero, quindi patriarcale, violento e potenziale stupratore. Ma lei è diversa, lei può. Può odiare lamentandosi di essere odiata.
La campagna d’odio della quale si sente vittima è stata innescata dal Sottrosegretario alla Difesa “leghista” (la Murgia tiene a sottolinearlo). Evita di citare il nome ma la persona causa delle angosce murgesche si chiama Stefania Pucciarelli, è una donna, quindi meglio non evidenziarlo e dire IL sottosegretario declinato al maschile, chissà se la Boldrini avrebbe preferito sottosegretariA. La terribile colpa del Sottosegretario Pucciarelli sarebbe quella di aver preso posizione nei confronti di una esternazione di Michelona nostra, povera stella. Quindi, giusto per chiarire, la posizione della Pucciarelli non è altro che la reazione ad un’azione della Murgia. Et voilà, sovvertito il rapporto causa-effetto. Chiaro il concetto? Murgia attacca, Pucciarelli difende chi viene attaccato da Murgia e Murgia si sente attaccata. Lei è fatta così, è una che percepisce odio. Il suo no, quello degli altri. La Murgia, come è noto, aveva dichiarato a Giovanni Floris di essere spaventata da Figliuolo poiché il Commissario Straordinario è un militare, quindi indossa l’uniforme. Diffidenza per le uniformi tout court, solo per gli uomini in uniforme o proprio per Figliuolo in quanto uomo e in quanto militare? Le divise in tv le ricordano i dittatori. Non i militari che soccorrono le popolazioni terremotate, non quelli intervenuti nelle alluvioni, non quelli che portano aiuti umanitari in Italia e all’estero… a lei vengono in mente solo i dittatori. Non c’è mai un barlume di positività nei pensieri di Michelona, solo sensazioni negative. Mi chiedo che problemi abbia per nutrire con l’odio tale sconfinato serbatoio di negatività.
La Murgia vuole odiare senza essere odiata.
Forse la Murgia, oltre alle solite sparate antimaschili, voleva farne una antimilitarista, non saprei, resta il fatto che tale dichiarazione si è parlato parecchio suscitando polemiche sulla stampa, in tv, sul web e molti – militari e non – hanno preso le distanze dallo spavento murgesco. A maggior ragione perché ha affermato «non mi sento rassicurata dalla divisa, ci spaventa di più». Ci spaventa, al plurale, non esprimendo quindi un’opinione personale – per quanto bislacca, ma personale – ma pretendendo di parlare a nome di tutti. Siccome ancora non è vietato dalla legge pensarla diversamente dalla Murgia, non poteva mancare un comunicato in difesa di Figliuolo in particolare e in generale di chiunque porti le stellette, un appello a considerarle non una minaccia ma una risorsa sulla quale contare per ogni emergenza. Se qualcuno l’avesse perso, ecco il comunicato dell’On. Stefania Pucciarelli: «Come italiana e come Sottosegretario alla Difesa sono amareggiata per le offese esternate da Michela Murgia nei confronti dei nostri militari. Le nostre Forze Armate così come le nostre Forze dell’Ordine rappresentano un’istituzione del nostro Paese, uomini e donne a tutela e al servizio della collettività, impegnati fin dal primo giorno di questa emergenza sanitaria per contrastare la diffusione del covid e per salvaguardare la salute degli italiani. Esprimo la mia solidarietà e vicinanza al Generale Figliuolo, notoriamente impegnato in un ruolo assai delicato quale Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19 e a tutti i nostri militari. Non sono i militari, con le loro divise, a spaventare le persone (come dice Murgia). Sono invece le esternazioni di odio e ogni forma di avversione nei confronti degli appartenenti alle Istituzioni a ferire chi ha prestato un giuramento davanti al Tricolore; una dichiarazione di fedeltà alla Repubblica con solenne impegno di osservare la Costituzione e le leggi. Parliamo di uomini e donne che, per quel giuramento, sono disposti a sacrificare la propria vita per tutelare la sicurezza degli italiani. Come nei dubbi esistenziali di Maria Listru, mi auguro che Michela Murgia, donna intelligente, trovi il tempo per rivalutare le sue convinzioni in base ai fatti, piuttosto che agli stereotipi».
Un comunicato fin troppo soft, Pucciarelli si definisce amareggiata – non indignata, esterrefatta, offesa o peggio – esprime solidarietà al Generale Figliuolo, si augura che Murgia da donna intelligente (si, l’ha scritto; non sappiamo se lo pensi veramente, ma l’ha scritto) trovi il tempo per rivalutare le sue convinzioni. È proprio lei, Pucciarelli, a stigmatizzare le esternazioni di odio. Queste sarebbero le parole che hanno spinto chiunque indossi una divisa a odiare Michelona nostra. Tutta colpa di Salvini che è della Lega e odia la Murgia, lui condiziona Pucciarelli anche lei della Lega, lei condiziona tutte le donne e gli uomini in divisa anche se non sono della Lega. Insomma un gigantesco complotto leghista che influenza tutta Italia per terrorizzare la Murgia. Qualche precisazione. Decine di milioni di donne e uomini non la pensano come la Murgia, non sono intimiditi dalle uniformi e non pensano con angoscia ai dittatori ogni volta che vedono un militare in tv. Senza per questo essere elettori o elettrici della Lega. Le esternazioni murgesche possono non essere condivisibili da parte di chi vota M5S, chi vota Italia Viva, chi vota Fratelli d’Italia, chi vota PD ed anche dai milioni di persone che non votano affatto, il famoso partito degli astensionisti. Anche volendo ipotizzare un solerte asservimento all’ordine di scuderia, va ricordato che Pucciarelli è Sottosegretario alla Difesa, mentre il poliziotto della frase incriminata è un dipendente del Ministero dell’Interno, quindi non è sottoposto alle pressioni della personalità politica di riferimento. Inoltre, cosa assicura la Murgia che l’agente abbia letto il testo della Pucciarelli e ne sia stato condizionato? Non potrebbe aver maturato la sensazione di disagio per le insinuazioni rivolte a Figliuolo ancor prima che Pucciarelli emanasse il comunicato?
L’importante è come ci si “sente”, non i fatti.
Qualcuno spieghi alla Murgia che la gente, con o senza divisa, è ancora libera di formare autonomamente la propria opinione senza che qualcuno le imponga cosa dire e come dirlo. Forse a Michelona nostra questo sembra strano, visto che lei è solita dettare ai giornalisti le linee guida su frasi, concetti e parole in e out, come ha fatto col gruppo GEDI. Ecco, i giornalisti. In molti, donne e uomini, hanno preso le distanze dalla fobia murgesca per le divise, da Beppe Severgnini a Ilaria Paoletti, da Rita Dalla Chiesa a Maria Giovanna Maglie, da Federico Garau a Marco Mazzocchi oltre naturalmente ad Alessandro Sallusti e tanti altri. Tutti feroci leghisti condizionati dalla Pucciarelli, o liberi sia come professionisti che soprattutto come persone? L’ultima precisazione riguarda il goffo tentativo di Michelona di spostare l’attenzione dalla divisa al linguaggio di Figliuolo. Alla Gruber spiega di essere odiata dai leghisti per aver espresso una valutazione sul linguaggio militare. Ecco il cartello delle espressioni guerresche che solo un militare potrebbe immaginare.
Il 99% dei giornalisti sportivi ha scritto queste frasi, il 99% degli allenatori e degli atleti le ha dichiarate alla stampa, il 99% dei telecronisti le ha pronunciate almeno 200 volte in carriera. Non saprei… forse Michelona nostra non riesce a cogliere la differenza tra “sconfiggeremo il covid” e “spezzeremo le reni alla Grecia”. Insomma la solita strumentalizzazione vittimistica, qualsiasi espressione è censurabile non perché lo sia oggettivamente, ma lo è nella misura in cui la Murgia decide che lo sia. Di più: non é solo una lamentela vittimista buttata lì in diretta TV, Michelona nostra rivendica la nuova frontiera del Diritto: sparisce l’oggettività dei fatti, irrompe la soggettività delle sensazioni. Se lei “si è sentita” intimidita nessuno può contestare, qualsiasi interlocutore può pensarla diversamente ma l’opinione altrui non sposta di un millimetro la sensazione di lady Murgia. La deriva giudiziaria appare consequenziale: una donna può “sentirsi” perseguitata a prescindere dalle intenzioni del presunto persecutore e soprattutto a prescindere dalla effettiva rilevanza penale dei fatti dei quali viene accusato. Infatti si ingrossa ogni giorno la casistica degli imputati per stalking che vengono assolti, ma non può scattare la calunnia in quanto le presunte vittime “si sentivano” in ansia ed in pericolo, e delle sensazioni personali è indimostrabile il contrario. In sostanza: se una persona decide di rovinarti, può farlo con la garanzia di restare impunita perché é in buonafede. Allo stesso modo una persona può “sentirsi” umiliata, può “sentirsi” maltrattata, perseguitata, violentata o qualsiasi altra cosa. Anche dopo 20 anni.