La Fionda

Loredana Graziano: l’omicida che smentisce ogni mito sulla violenza maschile

Freddezza, cinismo, pianificazione, ferrea determinazione, spietatezza… Non stiamo parlando di Rambo ma di Loredana Graziano, la donna arrestata il 14 aprile per l’omicidio del marito, Sebastiano Rosella Musico, pizzaiolo di Termini Imerese. Sebastiano viene trovato cadavere, proprio dalla moglie, nel gennaio 2019 e l’episodio viene archiviato come decesso per cause naturali: infarto. La morte di Sebastiano aveva comunque destato dei sospetti, la casa dove i coniugi vivevano era stata posta sotto sequestro ed erano stati  ascoltati i familiari che non hanno mai creduto alla morte per infarto: il loro congiunto aveva 40 anni, era uno sportivo e godeva di ottima salute. Gli inquirenti comunque non trovano nulla di anomalo, confermata la morte per cause naturali, ma la voce dell’avvelenamento continua a serpeggiare per il paese. Voce di popolo… Qui iniziano le anomalie della vicenda: il magistrato inquirente ha dei sospetti ma si accontenta di un esame esterno della salma e non dispone un’autopsia approfondita per appurare le cause della morte. Non sarebbe servito il più blasonato luminare di medicina legale: anche un semplice esame tossicologico avrebbe fatto emergere la verità. Invece caso archiviato e salma consegnata alla vedova per le esequie.

Sebastiano Rosella Musico viene sepolto nella cappella della famiglia Graziano ma la cosa non va giù ai parenti che continuano a nutrire i sospetti sulle cause della morte, per niente fugati dalla chiusura dell’inchiesta. Inchiesta che si riapre a sorpresa nel  dicembre 2019, quando arriva la rivelazione di tale Fabio D’Angelo, ex amante di Loredana Graziano, che racconta una verità intuita da mezzo paese compresi i parenti della vittima, ma sfuggita agli inquirenti: Sebastiano è stato ucciso, avvelenato col cianuro dalla moglie. La Graziano si sarebbe liberata del marito per vivere alla luce del sole la relazione col suo amante, che poi però ha lasciato per sostituirlo con un altro. Perché D’Angelo fa questa rivelazione ma soprattutto come mai la fa solo a dicembre, dopo quasi un anno dall’evento delittuoso? Perché il 24 dicembre 2019 viene arrestato come conseguenza delle denunce per stalking fatte proprio dall’assassina. Altra vistosa anomalia: in tanti pensano all’omicidio ma c’è una sola persona al mondo che ha la certezza e persino le prove del disegno criminale, e Loredana proprio contro quella persona si accanisce facendola arrestare. Una reazione vendicativa è tutt’altro che imprevedibile perché, tra l’altro, Fabio D’Angelo si è sempre proclamato innocente rispetto alle accuse di stalking. Sostiene che fosse uno stratagemma della ex per sbarazzarsi di lui, la signora è fatta così, quando si stanca di un uomo deve toglierlo dalla circolazione. Sempre meglio in galera che al cimitero. Comunque D’Angelo la detenzione da innocente proprio non l’accetta e parte la sua ritorsione.

loredana graziano
Loredana Graziano

La componente maschile come un’accessorio.

È solo la ripicca stizzita di un amante abbandonato, o c’è del vero? Le accuse di omicidio si rivelano attendibili, i magistrati trovano riscontri ai particolari che D’Angelo racconta e a gennaio 2020 decidono per la riapertura dell’inchiesta, compresa la riesumazione della salma del povero Sebastiano per effettuare quell’autopsia curiosamente dimenticata un anno prima. Autopsia che infatti fuga ogni dubbio: due fasi successive di avvelenamento, una prolungata da farmaci anticoagulanti, una fulminante da cianuro. Le indagini durano un altro anno, con la ricostruzione completa e dettagliata degli eventi, l’acquisizione di prove, la ricerca dei moventi. Al plurale, il motivo c’è. Più di una motivazione è infatti alla base dell’avvelenamento: un marito di troppo, il desiderio insoddisfatto di maternità, l’impossibilità di divorziare perché la famiglia non avrebbe approvato. Già, come far capire a dei genitori un po’ all’antica che nel XXI secolo non è un’onta la separazione dal marito? Meglio ammazzarlo, così da vedova non deve dare spiegazioni a nessuno.  Almeno Loredana questo credeva, oggi invece delle spiegazioni ai magistrati dovrà darle, oltre che ai propri familiari e a se stessa. Si aggiunge poi un movente recondito che sembra essere il desiderio ossessivo di maternità da soddisfare ad ogni costo. Dal matrimonio non erano nati figli, la cosa non viene accettata da Loredana che pensa di farsi mettere incinta dall’amante attribuendo però la paternità al marito. Come scrive il gip: «In una prima fase sembra che Loredana Graziano abbia cercato di soddisfare la propria aspirazione a divenire madre instaurando una stabile relazione extraconiugale con il proprio amante, la donna programmava anche il concepimento di un figlio immaginando poi di attribuirne la paternità al marito Sebastiano».

Blogsicilia.it riferisce che tra luglio 2018 e l’inizio del 2019 si è anche sottoposta a una terapia suggerita dal ginecologo, per poter raggiungere il suo obiettivo. Poi cambia idea, non vuole più attribuire al marito la paternità di un figlio concepito con l’amante. Preferisce sbarazzarsi di Sebastiamo, iniziare una nuova vita e avere un figlio che Fabio D’Angelo possa riconoscere come suo. Nemmeno da questo rapporto arriva la gravidanza, quindi anche D’Angelo riceve il benservito e Loredana tenta di avere figli con un terzo compagno. Risultato raggiunto, dopo l’arresto i suoi familiari esibiscono un certificato: Loredana è incinta da 12 settimane. Alcune fonti insinuano che la gravidanza sia uno stratagemma pianificato per tentare di evitare l’arresto ma se così fosse lo stratagemma non avrebbe ottenuto il risultato previsto: la gravidanza non ha bloccato l’ordine di custodia cautelare vista la pericolosità sociale dell’imputata.  Gli inquirenti: «donna fredda e determinata, con un senso di forte insofferenza rispetto alla propria vita coniugale». Ulteriore anomalia rispetto al modo di concepire la maternità, la vita di coppia, il progetto stesso di famiglia. Cinismo smisurato, per Loredana Graziano un figlio sembra essere frutto di un calcolo e non dell’amore tra un uomo ed una donna. Non desidera mettere al mondo un bambino con l’uomo che ama, stima, rispetta e vede come padre dei propri figli, la componente maschile in generale e paterna in particolare è un accessorio, va bene chiunque purché sia in grado di assolvere al compito di fecondarla. Se anche l’ultimo amante non vi fosse riuscito nessuno può sapere per quanto la tecnica del saltare di fiore in fiore sarebbe andata avanti. Tanto non è difficile sbarazzarsi di un uomo per fare posto al prossimo: una raffica di denunce per i più fortunati, un cioccolatino o un caffè corretto nei casi estremi.

Sebastiano Rosella Musico
Sebastiano Rosella Musico

Il cianuro preso dal magazzino del padre.

L’egocentrismo materno prevale su qualsiasi altra considerazione, il legame affettivo non esiste e se esiste non ha alcun valore rispetto all’ego femminile: anni di vita coniugale insieme a Sebastiano, ma se non soddisfa la sua smania di maternità può essere gettato alle ortiche; relazione extraconiugale con Fabio, per stare con lui diventa anche un’assassina, ma se nemmeno Fabio soddisfa la smania di maternità può essere anch’egli gettato alle ortiche. Sono considerazioni che riportano più o meno tutte le fonti che abbiamo consultato: «Secondo gli investigatori la Graziano avrebbe invano per anni tentato di avere un figlio col marito, poi avrebbe cercato di rimanere incinta dell’amante, tanto da andare con lui dal ginecologo per trovare una cura all’infertilità. Tentativi falliti che avrebbero indotto Loredana a iniziare una terza relazione». L’ex amante pentito non è comunque esente da colpe: non solo era al corrente dell’omicidio per avvelenamento, ma in qualche modo ha anche preso parte alla prima parte del piano criminale, vale a dire quando la Graziano ha provato a uccidere il marito con un altro farmaco. Inizialmente infatti gli ha somministrato dosi sempre crescenti di Coumadin, un anticoagulante con effetti tossici in caso di sovradosaggio. Sebastiano accusava ripetuti malori ma aveva una fibra forte, non è deceduto. Il Coumadin veniva acquistato anche da Fabio D’Angelo, i carabinieri lo hanno verificato attraverso l’azienda sanitaria locale e sono riusciti a ricostruire tutti gli acquisiti di medicinali. Ma nemmeno in dosi massicce  il farmaco era riuscito nello scopo. Solo dopo il fallimento del primo tentativo di avvelenamento, Loredana avrebbe adottato la soluzione più drastica: una dose di cianuro sottratta dal capannone agricolo del padre, che usava la sostanza diluita come diserbante per le piante infestanti. Il cianuro non diluito ha effetti letali sull’uomo, uccide in pochi minuti. Nella mente della donna la malapianta da estirpare era il marito, e così è stato.

Per avvalorare la propria confessione, non passare per un mitomane e far riaprire le indagini, D’Angelo ha fatto avere gli inquirenti le sim con registrazioni audio e schermate whatsapp delle conversazioni con la Graziano. La Procura le ha in parte rese note. D’Angelo: «facciamo quello che dobbiamo fare, a lui non gliene fotte una minchia di avere una moglie, meglio così, si leva da davanti ai coglioni… è buono solo per lavorare e basta». Non è il primo caso in cui il marito dedito al lavoro è un disvalore, uno da lasciare, gli stessi concetti li abbiamo sentiti per la strage di Carignano. Poi i colloqui. D’Angelo: «Tu hai ammazzato tuo marito, lo hai avvelenato, lo hai fatto, lo hai detto e lo hai fatto e ora mi hai buttato nell’immondizia». Lei si limita a rispondere: «Vabbè, dici sempre le stesse cose». Lui insiste: «Domani mattina vado dai carabinieri e vado a dire che hai ammazzato a tuo marito, lo hai avvelenato». Lei risponde: «Hai visto che continui...». Ancora lui: «Stai giocando con i miei sentimenti… eri in pizzeria, eri incatenata e tutte queste cose non le potevi fare… e quel povero Cristo che lo hai avvelenato… te ne sei uscita dalla pizzeria per fare la bella vita, hai ammazzato tuo marito col cianuro che me lo hai detto tu che lo hai fatto per essere libera». Lei risponde: «Vabbè, dai amunì».

cianuro
Il cianuro di potassio.

I violenti e gli assassini sono soltanto uomini.

Oltre a consegnare le conversazioni sulle sim, D’Angelo chiarisce altri aspetti: «Mi aveva chiesto di informarmi sugli effetti del Coumadin perché il cardiologo lo aveva prescritto alla zia, io effettivamente mi sono informato e ho detto a Loredana che era un farmaco che serve a evitare le trombosi». «Il cianuro o diserbante non lo so con precisione cosa sia, mi ha detto di averlo preso in campagna nel magazzino del padre». «Loredana diceva sempre di essere stanca  che la sua vita era solo lavoro in pizzeria e neppure la gioia della maternità, ma i suoi genitori non avrebbero mai accettato la separazione. Mi disse che era disperata e non sapeva come affrontare i suoi problemi».   Nel mese di marzo D’Angelo riceve la rivelazione choc, quella più raccapricciante sul giorno dell’omicidio. Per costruirsi un alibi Loredana doveva essere altrove mentre il marito moriva, aveva quindi programmato una lezione di canto a Palermo insieme ad altre persone: si fa venire a prendere da Fabio D’Angelo insieme ad altre due amiche, successivamente racconta all’amante che poco prima di uscire aveva dato il cianuro a Sebastiano e proprio mentre scendeva le scale per arrivare alla porta avrebbe sentito il tonfo del corpo che cadeva. Ma sarebbe salita in macchina e andata via impassibile, a Palermo a cantare. Anche l’arresto per stalking di D’Angelo, l’evento che ha fatto scoppiare tutto, sarebbe in realtà frutto di un altro piano diabolico di Loredana, che lo spiega all’ex amante nelle conversazioni registrate: «questa notte ho escogitato un piano, però devi fare tutto quello che ti dico io, tu hai fiducia in me? Andremo dai carabinieri, andiamo a fare la denuncia, io così avrò il trasferimento a Napoli, immediato, solo così mio padre mi può fare andare via, per allontanarmi da te». Lui è perplesso: «E non mi inguai con la denuncia? Perché già ne ho due denunce… Mi denuncerai per stalking, giusto? Mi allontanerò, ma tu sai che significa? Mi vado a fare 6 mesi di carcere». La donna lo rassicura: «non ti fai niente, tu te ne vai e ci vediamo, abbi fiducia, non ti rovino niente… A ottobre ce ne andiamo di qua, a Napoli, ora mi organizzo, ho visto alcuni locali dove andare a stare». Fabio D’Angelo sente puzza di bruciato e mette le cose in chiaro: «Appena l’avvocato mi dice che passo i guai gli dico… ti inguaio poi a te per tutta la vita, te lo dico Loredà, di quello che hai fatto, te lo dico bellamente».

Come verificato dagli inquirenti, D’Angelo era realmente andato a Napoli il 21 dicembre 2019 e l’avrebbe attesa, ma lei non lo avrebbe mai raggiunto. Per le indagini riaperte a gennaio 2020 gli inquirenti dispongono anche le intercettazioni per la sospetta assassina, che viene registrata mentre parla col nuovo convivente: «Era pancia sopra, in cucina… qua c’è il lavandino e lui era a terra con la testa verso il lavandino… si stava mangiando forse il cioccolatino… là dove c’è il coso della spazzatura, diciamo la testa rivolta verso il balcone, pancia in aria ma secondo me lui si è accasciato… io parlo sempre per come vedo alla televisione… penso che anche l’infarto stesso». La Graziano discute della morte del marito, descrive al nuovo compagno la scena che si è ritrovata davanti. Non tradisce emozione, non ci sono sbavature nel suo racconto. C’erano microfoni anche nell’auto, che registrano le conversazioni tra Loredana ed il padre: «Mi hanno detto che sono indagata per l’omicidio di mio marito… veleni?», dice la donna al padre, poco dopo la riesumazione della salma del marito e lui risponde: «Io ti devo dire che quando papà ti dice una cosa e non ascolti mai, quando tu parlavi sempre al telefono: ‘Lo devo ammazzare, devo fare, devo dire…’ c’hai il telefono sotto controllo, può essere che pure qua nella macchina c’è la microspia». Bisogna sempre seguire i sani consigli paterni frutto di acume ed esperienza: se proprio vuoi ammazzare qualcuno è buona regola non parlarne al telefono. Infatti, anche se tardivamente, la Graziano ascolta i consigli del babbo e parla mettendo in conto di essere intercettata, quindi prova a depistare gli inquirenti insinuando nuove ipotesi: Sebastiano si è suicidato perché non avevano figli, oppure è stato ammazzato da Fabio D’Angelo. Ancora non ha detto che il marito era un agente della CIA sotto copertura, avvelenato da Putin che lo aveva scoperto. «Ma io vengo e ci vengo a dire al giudice che io non avevo bisogno di ammazzare a Sebastiano per stare con una gamba sopra l’altra… non mi sono arricchita con l’assicurazione (24 mila euro, NdA)… io gli dicevo sempre: ‘non mi interessa, te ne torni da tua mamma, ci lasciamo, gli diciamo che non proviamo più niente uno per l’altra, la cosa rimane tra me e te, però non devi scassare la minchia che vuoi la casa», e poi «metti che magari quello s’è ammazzato». Si riferisce al marito morto chiamandolo “quello”, aggiungendo che non doveva scassare la minchia. Awomen.

diabolique

Ma i violenti e gli assassini per natura sono soltanto gli uomini.

Che riflessioni derivano dalla ricostruzione dei fatti? Sorprende il cinismo che trasuda da Loredana Graziano e da tutte le persone che le gravitano attorno, a cominciare dal padre che invece di redarguire una figlia che vuole ammazzare il marito, la redarguisce perché è tanto imprudente da parlarne al telefono. Continuando poi con i vari amanti, con i quali la Graziano parla del caro estinto, morto ammazzato, con lo stesso distacco col quale si commenta una puntata di Quarto Grado: brutte storie ma riguardano altri. Scontata la definizione di donna diabolica, capace di usare gli uomini in funzione delle proprie esigenze personali, capace di architettare un delitto, coinvolgere un complice, costruire alibi, fare finta di cadere dalle nuvole, accreditare l’ipotesi della morte per cause naturali, fingersi addolorata per la perdita del marito ed insistere per tumulare il caro estinto nella tomba di famiglia, insinuare il suicidio del marito ed infine provare a scaricare la colpa dell’omicidio sull’uomo che adesso l’accusa. Infatti al nuovo compagno racconta: «il dolore era forte e poi lui il dolore non lo sopportava a prescindere e lui è stato coricato a casa venerdì… era a casa io gli preparavo il mangiare e il mangiare glielo portava lui». “Lui” è il suo ex amante, Fabio D’Angelo. Poi la Graziano ha un sussulto di astuzia precauzionale: «… dobbiamo evitare di parlare per telefono di lui, dobbiamo parlare solo di presenza non insistere». Quindi  aggiunge, dopo avere ricevuto una visita dei carabinieri: «Vabbè non si sarebbe fatta mai una cosa del genere, l‘autopsia non si sarebbe fatta perché c’è quel bastardo». Il bastardo è sempre D’Angelo. Donna diabolica ma anche ingenua oltre il limite della stupidità. Come poteva pensare che l’amante coinvolto nel tentato omicidio col Coumadin e messo al corrente dell’omicidio col cianuro, tacesse all’infinito? Ma soprattutto, come sperare che continuasse a reggerle il gioco anche dopo averlo fatto finire in galera con l’inganno? Un vero delirio di onnipotenza Ma i violenti e gli assassini per natura, si sa, sono soltanto gli uomini.



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