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Come si è detto ieri, Roberto Pauluzzi a un certo punto della sua traumatica vicenda separativa ha deciso di aprire un blog. L’ha intitolato “Pagina personale di Roberto Pauluzzi – Un sito per reclamare una giustizia personale dignitosa”. Qualcuno dei suoi conoscenti sostiene che si trattava di un suo modo per dialogare con la figlia Asia, da cui era stato alienato. È sicuramente vero, perché è proprio alla piccola che si rivolge nei suoi pochi ma significativi post. Il titolo generale del blog però non lascia dubbi sul fatto che Roberto mirasse a rendere pubblica la sua vicenda. Ecco perché ce ne stiamo occupando, in risposta al vergognoso silenzio dei media. Ci sentiamo in dovere di ripubblicare qui tutti i contenuti del blog di Roberto e alcuni suoi emblematici post su Facebook. Non foss’altro, come già capitato in passato con l’ultimo messaggio di Luigi Tarascio, per dare testimonianza di quale possa essere la profondità dell’amore di un padre per la figlia, e della sofferenza di un uomo, quel mostro contemporaneo cui una certa ideologia imperante oggi nega ogni compassione ed empatia, quando viene privato della dignità. Così dunque si apre la homepage del blog di Roberto.
Roberto vuole dare la possibilità alla figlia di conoscere, un giorno, la sua versione dei fatti. In altri post, come vedremo, riferisce di azioni apertamente alienanti a suo danno da parte dell’ex moglie e del suo attuale compagno, dunque sa che per lungo tempo Asia proverà indifferenza se non odio nei suoi confronti. Ma sa anche che prima o poi quel sentimento così innaturale dovrà fare i conti con la maturazione e con i dubbi che ne conseguono. L’intenzione di Roberto era di dare alla figlia nuovi strumenti di valutazione di quanto accaduto alla famiglia in cui è nata e cresciuta. Non vuole imporre nulla, Roberto, lo si capisce dal tono garbato: vuole proporre ad Asia elementi nuovi di riflessione. E a supporto la indirizza verso una pagina specifica del blog, chiamata “Documentazioni”. Ne abbiamo parlato ieri, lì Roberto ha raccolto un’enorme quantità di evidenze: carte processuali, biglietti e lettere, email, fotografie, file audio. Lì c’è tutta la storia di Roberto uomo e genitore, imputato e condannato, tradito e schiacciato. In quelle carte c’è soprattutto la prova della sua estraneità alle accuse mossegli dall’ex moglie di aver abusato della figlia di primo letto. Un’estraneità che i due gradi di giudizio non gli avevano riconosciuto e per i quali aveva deciso di adire la Corte di Cassazione. Roberto chiama tutto questo “un faro” per Asia, nel caso volesse comprendere quanto accaduto a suo padre.
Ebbene, come detto, quei documenti sono scomparsi dal blog, ma li abbiamo ricevuti da mano anonima e li analizzeremo uno ad uno, per poi tornare sulla vicenda. Nei post del suo blog, così come nei suoi allegati, Roberto non si è preso la briga di oscurare nomi, cognomi e dati il che è illegale per la legge sulla riservatezza. Noi, quando torneremo sulla vicenda, naturalmente oscureremo ogni dato personale e sensibile e per il momento ci limitiamo a esaminare ciò che Roberto aveva scritto sul suo blog e sul suo profilo Facebook. Già da lì appare evidente come Roberto avesse una pressante esigenza di entrare in contatto con sua figlia Asia. Secondo la WayBackMachine di internet, creò la prima pagina del suo blog il 23 agosto del 2018, pochi giorni dopo il decimo compleanno della piccola. Un momento in cui, comprensibilmente, il dolore per la privazione della figlia attanagliava ferocemente il suo cuore. Lo testimonia questo suo post Facebook dello stesso periodo ma del 2019:
Di fatto, nel 2018 Roberto impostò sul suo blog soltanto il titolo e lo lasciò sospeso per molto tempo. Ha iniziato a pubblicare dei veri e propri post soltanto un mese prima di incontrare la morte, durante il quale ha anche caricato la gran parte dei documenti a corredo. Il suo primo post, come tutto il resto, è rivolto ad Asia :