Settimana scorsa è scoppiata una polemica locale nelle Marche. Al centro è finito Carlo Ciccioli, capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale. Vi si discuteva una proposta di legge legata ai temi della famiglia, nello specifico per «tutelare la famiglia e rinsaldare le fondamenta sulle quali si basa sostenendo la natalità e la genitorialità». Durante il confronto consigliare, Ciccioli ha dichiarato, riferendosi alla presenza contemporanea di una madre e di un padre: «I genitori di una famiglia naturale hanno compiti espliciti: il padre deve dare le regole, la madre accudire. Senza uno dei due, i bambini possono zoppicare andando avanti nella vita. Queste cose si studiano in psicoanalisi». Ciccioli è medico specializzato in psichiatria, neurologia e criminologia, quindi non esattamente uno sbucato fuori dal nulla su questi temi. E di fatto non dice nulla di sconvolgente: sul piatto della bilancia, alla pari, ci sono uomo e donna (padre e madre), entrambi con ruoli precipui connaturati e indispensabili. Gli stessi svolti dall’inizio dell’umanità e che ci hanno portati tutti all’oggi. Eppure non serve: non essendo di sinistra, ma soprattutto non allineandosi al dettato univoco globalista polverizzante, Ciccioli è sicuramente nel torto, qualunque cosa dica. Infatti la sua dichiarazione scatena la bufera.
Tutta l’opposizione, con il PD in testa, si sfoga sui social e sguinzaglia tutta la stampa asservita. La ragionevole e incontrovertibile frase di Ciccioli così diventa un’altra cosa: «La madre deve accudire, il padre dà le regole», titola sfacciatamente “La Repubblica”. Una decontestualizzazione che falsifica il concetto, e la cosa non sorprende, visto cosa quella testata fa con i “femminicidi” (vedasi: 1, 2, 3, 4, 5). Però non è iniziativa spontanea dei media. A istigarla sono gli esponenti dell’opposizione nelle Marche e anche a livello nazionale, che si esprimono secondo gli standard soliti. «Nelle Marche sta succedendo qualcosa di grave da un punto di vista politico e culturale», attacca la deputata Pd Alessia Morani, «la destra che si è affermata nelle ultime elezioni regionali sta portando avanti scelte che evocano il ventennio fascista». Ed ecco che il richiamo al fascismo è fatto, nella checklist delle cose-da-dire quella voce si può spuntare. Manca altro? Ah sì, il “ritorno al medioevo”. La Morani rimedia subito: «una proposta palesemente incostituzionale che rivela una concezione della donna e delle famiglie medievale». E così la Morani il suo cartellino l’ha timbrato.
A quell’orrore costoro credono veramente.
Ma non è la sola, alla chiamata risponde anche l’associazionismo progressista. Ecco allora l’intervento di “Articolo 1” di Pesaro per voce di Gianluca Busilacchi: «ritorna fuori la “famiglia naturale” frutto ideologico di stampo religioso che nulla ha a che fare con scienza e cultura». Anche qui mancano dei passaggi, per esempio il “salto indietro”, ma di nuovo si mette una pezza: «è una destra reazionaria che fa fare un vergognoso salto indietro al nostro Paese». Evviva, anche questo si può spuntare dalla checklist. L’apoteosi però viene delegata all’eurodeputato Massimiliano Smeriglio, eletto nelle Marche, secondo cui le parole di Ciccioli «sono l’ennesimo attacco retrogrado nei confronti delle donne. Secondo Ciccioli meritano un sostegno le sole famiglie naturali dove un padre dà le regole e la mamma accudisce, secondo il classico schema discriminatorio contro le donne». È da questa boiata europarlamentare che poi i giornali, nelle Marche e fuori, prenderanno spunto per le loro titolazione e per la trattazione della vicenda. Il tutto perché una persona, per di più esperta nel suo settore, ha detto che un bambino cresce meglio alla presenza di una mamma e di un papà, i quali per natura sono portati ad essere prevalentemente (ma non esclusivamente) per la prole l’una figura di accudimento e l’altro figura normativa, entrambi assolutamente indispensabili. Una verità autoevidente.
Al di là dei meccanismi falsificatori delle parole altrui, ciò che fa impressione è il tipo di progetto ideale e sociale che circola nella testa di questi commentatori critici. Per loro sarebbe “medievale” che un bambino cresca con entrambi i genitori, in un contesto dove la “famiglia naturale” sarebbe una iattura, senza però spiegare il perché né in cosa consista una “famiglia innaturale” e che vantaggi potrebbe avere. Cosa poi la frase di Ciccioli abbia a che fare con il ruolo delle donne è ancora più un mistero, a meno che non sia considerato come esecrabile il connubio naturale e tipico donna-maternità-accudimento. A mettere insieme i concetti espressi da chi ha attaccato Ciccioli, si ottiene che la forma sociale ideale si ha quando un bambino cresce con un solo genitore (o magari nessuno, così lo si infila nella macchina da soldi degli affidi) e quando la donna abortisce a nastro in modo da non essere discriminata da quella cosa repellente che è il ruolo materno, condotto al fianco di un compagno che assuma il ruolo paterno. Fanno schifo la strumentalizzazione e la falsificazione delle parole altrui, siamo d’accordo, ma non si può negare che faccia ancora più schifo la visione del mondo da cui tale strumentalizzazione scaturisce. Dice: si sono fatti prendere la mano per la foga di attaccare uno di Fratelli d’Italia. No, il problema è che a quell’orrore costoro credono veramente.