La Fionda

Stefano Incerti e #Purcinié, la versione partenopea del #metoo

Una volta il made in Italy veniva scopiazzato all’estero. Bei tempi che testimoniavano la genialità, l’inventiva e la capacità realizzativa italiana. Oggi siamo noi a copiare modelli altrui, dal #metoo degli USA al “femicidio” del Messico, al “Ni Una Menos” della Spagna. Beh, veramente #metoo è nato ad Hollywood ma per iniziativa di una grande artista italiana, sul movimento americano una firma made in Italy possiamo vantarla. Poi sono partiti i filoni in mezzo mondo: da noi il primo a farne le spese è stato Fausto Brizzi, professione regista, nel tempo libero presunto stupratore seriale. È stato infatti accusato da un’aspirante attrice che ha fatto la terribile “rivelazione” alle Iene, poi se ne sono velocemente aggiunte altre. Nulla di fatto, Brizzi è uscito a testa alta dalle accuse mossegli e continua a lavorare tra gli attestati di stima e le manifestazioni di solidarietà di amici e colleghi.

Nel frattempo il #metoo USA continua con l’effetto-slavina, alle violenze sessuali si aggiungono percosse e maltrattamenti di vario genere, il fronte dei VIP denunciati si allarga, da Brad Pitt a Marylin Manson, ma è impossibile stare dietro alle rivelazioni tardive che nascono come funghi. Ormai non sei nessuno se non dichiari ai media di aver subito almeno una molestia sessuale. Poteva esaurirsi il filone nostrano? All’ombra del Vesuvio la capacità di arrangiarsi è stata elevata ad arte e celebrata anche nel cinema, la contraffazione di occhiali, abbigliamento e calzature ha fatto scuola nel mondo. La maglietta della Juve made in Forcella è arrivata molto prima di quella made in China. Sembra che ora, oltre alle merci, si scopiazzino anche i comportamenti. Nasce infatti il sexgate napoletano: va di moda denunciare l’ex, meglio se regista, col quale tempo addietro c’è stata una relazione. Sembrava voluta da entrambi ma, ripensandoci bene, la partner femminile era costretta. Non è Weinstein e nemmeno Brizzi, stavolta l’accusato è tale Stefano Incerti, docente e regista all’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Stefano Incerti
Stefano Incerti

Tutto chiaro? Tutto finito? Niente affatto.

Una sua ex fiamma lo denuncia per abusi sessuali ma le accuse non reggono, Incerti non ha “costretto” nessuno. I due – adulti e consenzienti – hanno avuto una relazione, poi come accade in miliardi di coppie in tutto il mondo la relazione è finita, punto e a capo. Invece no, il punto non si mette, dalla fine di una normale relazione nasce quello che ilmattino.it definisce “una sorta di #metoo delle studentesse napoletane”. Il docente nel febbraio 2019 si dimette. Non viene cacciato, è lui che si dimette per affrontare il processo in cui viene accusato di aver approfittato del suo ruolo di insegnante per intrecciare una relazione con una alunna, che poi in un secondo momento lo avrebbe denunciato in quanto indotta a subire un rapporto intimo. Indotta? Beh, un rapporto intimo, ed anche più di uno, è da millenni parte integrante di ogni relazione sentimentale. A parte i desiderata di Giacomo Leopardi, ma quello è un altro discorso. Per induzione o costrizione non sono emersi riscontri. Tutt’altro: Incerti ha dimostrato il carattere consenziente del suo rapporto con la ragazza che lo ha denunciato.

Intanto, proprio a carico della studentessa denunciante si apre un processo per calunnia con Incerti parte lesa. Tuttavia, secondo quanto riporta sempre ilmattino.it, la Procura di Napoli ha avanzato richiesta di archiviazione ed è attesa la valutazione del gip. E certo, sorvoliamo, mica vogliamo disincentivare le false accuse… Decisiva le prove depositate dalla difesa di Incerti, che ha mostrato le chat via WhatsApp che evidenziavano la mancanza di assoggettamento, in una relazione spregiudicata ma consensuale da parte di entrambi. Nessuna molestia, nessuna violenza fisica o psicologica , nessuna imposizione, secondo quanto emerge dalle indagini del PM Cristina Curatoli e dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone. Tutto chiaro? Tutto finito? Niente affatto. “Incerti viene scagionato dall’accusa principale, quella di aver costretto una sua studentessa a vivere una relazione sessuale, forte della posizione di superiorità come docente. Ma, neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo, che si vede contestare un’altra accusa, questa volta risalente a un periodo più lontano nel tempo, sempre a proposito della sua carriera di docente e regista di successo all’Accademia di Belle Arti”.

Pulcinella

Parola di Pulcinella.

Altre due studentesse, andando indietro nel tempo, “ricordano” molestie sessuali. Forse si è sparsa la voce in Accademia? Il nuovo filone d’indagine riguarda presunti palpeggiamenti avvenuti in classe. In classe? Ma dai… Incerti dice di non essere un mostro è può dimostrare, chat via WhatsApp alla mano, la correttezza del proprio comportamento. Nessuna violenza, nessuna molestia, nessun palpeggiamento, ma un flirt – sembra di capire – che può essere raccontato anche in questo caso alla luce dei messaggi intercorsi con una delle due nuove querelanti. Certo, al docente converrebbe cercare fuori dell’Accademia le sue partners. Nulla di illegale nell’imbastire una storia tra maggiorenni consenzienti, è solo una questione di opportunità. Ai tempi del liceo ricordo studentesse a caccia di scalpi, nel mirino c’era il professore bonazzo del quale le ragazze si contendevano le attenzioni. Aveva fama di essere recalcitrante – o forse solo prudente? O non interessato? – e per questo ancora più ambito. Le battute che circolavano erano del tenore “certo che con Luca mi toglierei un capriccio”, “je la faccio annusà ma non ci casca”, “io ‘sto sfizio me lo devo proprio levare”.  Che io sappia ha ceduto una sola volta in 5 anni, l’orgogliosa conquistratice si è appuntata la medaglia sul petto. Poi è stata promossa e non l’ha denunciato, non saprei dire se le due cose siano collegate. Liceo Virgilio, Roma, 1973-1977.

Stefano Incerti sembra che abbia ceduto un po’ più spesso, dovrebbe però avere imparato – prima dalla cronaca e poi dalla sua stessa esperienza personale – che la vendetta è sempre in agguato e quella femminile può essere terribile. Una ex può sempre vendicarsi per essere stata lasciata o, anche se è stata lei ad interrompere la relazione, può tramare ritorsioni perché lui non si strugge dal dolore ma si fa vedere in giro con altre. Come si permette ‘sto stronzo di umiliarmi davanti a tutte le mie amiche? Ora gliela faccio pagare. Se la ex è in ambito accademico le cose si complicano ulteriormente, la nonpiùgirlfriend può vendicarsi per avere avuto una valutazione negativa, per non essere riuscita a passare un esame, per non essere ammessa a uno stage, o altro ancora. Dietro tutto potrebbe leggere una macchinazione dell’ex boyfriend (ma ancora prof) e meditare una rappresaglia. Non è detto che le cose vadano sempre così, ma potrebbe succedere. Parola di Pulcinella, in dialetto puricinié,



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