Sviolinate a non finire per la nomina di Antonella Polimeni al rettorato dell’Università La Sapienza di Roma. “La prima donna dopo 700 anni”, strillano gli house-organ femministi, come se non si trattasse di una carriera meritata ma della conquista di qualche avamposto in uno scenario di guerra. La speranza era che all’altitudine del ruolo acquisito dalla Prof.ssa Polimeni non riuscissero ad arrivare i miasmi ideologici. Invece la prima uscita pubblica della Polimeni è all’insegna del più greve pink-power: “Ragazze siate autorevoli, così si combatte il maschilismo”, riporta La Repubblica che abbia detto, rivolgendosi alle studentesse (gli studenti s’arrangino e imparino a essere meno tossici). La Polimeni mette poi la ciliegina sulla torta: “l’aggressore fiuta la preda”, pare abbia detto e non si capisce cosa l’ammonimento abbia a che fare con l’università. Ad ogni buon conto, chi si attendeva di poter ascoltare una professionista parlare dell’importanza del mondo accademico per la ricerca, l’evoluzione del paese sotto il profilo scientifico, culturale, sociale, eccetera è rimasto deluso. Se così inglorioso e poco dignitoso doveva essere l’esordio, forse era meglio attendere altri 700 anni.
Una riflessione che suona ancora più vera di fronte alla figura di Maria Luisa Pellizzari, Vice Capo Vicario della Polizia di Stato. Intervista al TG2 del 10 novembre 2020 (qui, dal minuto 19.00 al 21.07). Un pensiero pacato, senza l’aggressività congenita del femminismo suprematista. Un’opinione libera dall’ideologia tossica del vittimismo ad oltranza. Osservazioni oggettive, merce rara. L’ingresso femminile in Polizia risale al 1985: “era necessario far trascorrere del tempo, darci la possibilità di arrivare” dice la Pellizzari riferendosi ai ruoli di vertice. Affermazione condivisibile e apparentemente scontata, infatti la Vice Capo Vicario lo dice sorridendo. Eppure le professioniste del vittimismo rosa dal 1986 hanno cominciato ad indignarsi: “ok, il contentino delle donne in Polizia, ma la cultura maschilista è ancora diffusa infatti ancora non ci sono Commissari o Vicecommissari, Questori o Vicequestori, Prefetti o Viceprefetti”.
Così fa venire il mal di pancia alle amiche dell’Antiviolenza s.r.l.!
La malsana abitudine alle quote rosa ha scatenato in più di qualche testolina la certezza che la carriera fosse garantita inquantodonna. Appena entrate dovevano accaparrarsi le poltrone che contano, altrimenti cosa si erano arruolate a fare? La scalata femminile al potere non può essere ostacolata dall’oppressione misogina. Se già dal primo anno non vi sono donne al vertice, allora la colpa è del patriarcato. La Polizia di Stato, dice la Pellizzari, “ha dato la possibilità alle donne di accedere a questi percorsi di carriera con possibilità di progressione uguali agli uomini”. Ma, sostiene la premiata ditta VLC SpA (Vittimismo a Lamentela Continua), una donna Prefetto viene pagata meno del collega uomo, quindi la dr.ssa Pellizzari si dimentica di dire che alle donne viene garantita uguale possibilità di carriera rispetto agli uomini, ma non uguale stipendio. O forse non lo dice semplicemente perché non è vero? Forse è tanto incauta da non accettare di piegarsi alla narrazione VLC?
Prosegue dicendo che “ormai in moltissimi campi in Italia, nella magistratura, nell’amministrazione civile e dell’Interno noi abbiamo moltissimi Prefetti donna che hanno diretto Prefetture importantissime”. E no Pellizzari, così le fa arrabbiare. Le truppe dell’ideologia tossica lavorano incessantemente per propagandare un cronico vittimismo di genere, e lei sbriciola le loro teorie in un attimo? Osa dire in un TG che le donne capaci possono fare carriera esattamente come gli uomini? Conclude con un’altra bordata al vittimismo ideologico: “Qualsiasi sogno abbiano (le donne) lo devono perseguire perché ormai c’è un clima culturale che consente assolutamente di raggiungere i propri obiettivi”.
Due minuti di intervista dai toni apertamente positivi, senza dire che:
- le donne sono discriminate sul posto di lavoro
- le donne subiscono molestie sessuali sul posto di lavoro
- le donne subiscono body shaming, mobbing e stalking sul posto di lavoro
- le donne sono pagate meno dei colleghi uomini
- le donne vengono boicottate nella carriera a causa del patriarcato
Niente, non lo ha detto nemmeno una volta… ma così fa venire il mal di pancia alle amiche dell’Antiviolenza s.r.l.! Chapeau, dr.ssa Pellizzari, i migliori auguri per il suo lavoro.