Che la “Antiviolenza s.r.l.” fosse una corporate capace di penetrare qualunque parte politica lo diciamo da tempo. Essendone stata totalmente colonizzata, la sinistra si espone di più e più sfacciatamente a suo favore, ma la destra non è immune alle infiltrazioni. Subito dopo Salvini, la Lega è in mano a Giulia Bongiorno (quella che “ci vorrebbero leggi non rosa, ma fucsia!”), in Forza Italia alligna Mara Carfagna (quella che farebbe pagare meno tasse alle donne). Forse Fratelli d’Italia è il partito più cauto, salvo che non si parli di stupro: allora Giorgia Meloni parte lancia in resta ad auspicare castrazioni a destra e a manca. In ogni caso i tentacoli della piovra arrivano ovunque e non c’è parte politica che non si lasci commissariare, nella speranza di apparire abbastanza conformista agli occhi dell’elettorato da raggranellare qualche voto in più all’ora delle elezioni.
Non dovrebbe sorprendere allora la sortita di Forza Italia, che settimana scorsa ha avuto un’improvvisa fiammata femminista. Sotto l’egida degli onorevoli Giusy Versace e Maurizio Gasparri (!!!), è stata presentata in Senato una nuova proposta di legge per l’istituzione di un “albo nazionale per le associazioni che si occupano di violenza sessuale e di genere, quale riconoscimento del ruolo svolto dagli operatori specializzati nell’assistenza delle vittime, per supportare le donne che hanno bisogno di supporto psicologico dopo la violenza subita”. Testimonial d’eccezione l’ex attrice Maria Grazia Cucinotta. Pare che non si possano più presentare leggi a favore delle donne senza avere qualche soubrette o attrice al fianco. Ricordiamo il povero Bonafede col capogiro mentre presenta il “Codice Rosso” a fianco alla Huntziker. Evidentemente quando cinema e TV non chiamano più tanto, quando la bellezza inizia a tramontare, o quando c’è un marito ricco che garantisce il benessere e il tempo libero sufficiente a rompere la noia occupandosi del “sociale”, molte ritengono di riciclarsi nel grande circo dell’Antiviolenza s.r.l., che consente di fare comparsate durante i flirt con la politica.
Una nuova legittimazione per arraffare altro denaro pubblico.
Ma cosa prevede nella pratica la proposta di legge di Forza Italia? Un riconoscimento giuridico delle associazioni in oggetto, specifica Mariastella Gelmini. Una risposta ambigua: trattandosi di associazioni, il loro riconoscimento giuridico in realtà l’hanno già. Semplicemente, con quella dicitura, si intende dire “un riconoscimento in più”. Passasse la proposta forzista, le affiliate alla Antiviolenza s.r.l. sarebbero “più associazioni” di tutte le altre. Un po’ come certi maiali nella fattoria di Orwell. Ancora una volta si afferma ciò che è senza fondamento: la violenza sulle donne è speciale e specifica, e tali devono essere anche tutti coloro che se ne occupano. Una grande menzogna priva di ogni riscontro, su cui però si fondano moltissime norme recenti o proposte di legge, come quella di Forza Italia. Solo conferendo uno status specifico infatti si possono riconoscere a queste associazioni privilegi negati alle altre. Come ad esempio il pagamento di loro eventuali debiti di lunga data, come accaduto alla Casa delle Donne di Roma, miracolate dall’attuale maggioranza, mentre chissà quante altre associazioni devono continuare ad arrangiarsi da sé.
Che poi, manco a dirlo, lo status privilegiato non è e non resta una medaglietta, simbolicamente importante ma praticamente inutile, appuntata sul petto. Ovviamente sempre là si va a parare: soldi (pubblici). “Il contributo di associazioni e volontariato”, precisa la Gelmini, “è fondamentale e va riconosciuto a livello giuridico e con un sostegno economico alle associazioni no-profit. L’istituzione di un albo nazionale va in questa direzione”. Questo significa due cose in alternativa: o un’ulteriore legittimazione a trasferire enormi risorse pubbliche ad associazioni e centri antiviolenza, oppure, più probabilmente, il pretesto per dare ad essi altri soldi oltre a quelli che già copiosamente fluiscono dalle casse dello Stato per finire in un buco nero che nessuno ha ancora trovato il coraggio di illuminare. Non è un caso che alla presentazione fosse presente, oltre all’associazione presieduta proprio dalla Cucinotta, uno soggetto come la Artemisia Onlus, una sorta di superpotenza assoluta all’interno della gigantesca corporate della Antiviolenza s.r.l.
Il buio civile e il silenzio sociale.
E dunque: altri privilegi, altri soldi. L’economia del paese ha un piede nel baratro e l’altro su una buccia di banana, si susseguono i suicidi di imprenditori allo stremo e la politica si trastulla prima con le lobby gay e ora ancora con le lobby femministe promettendo soldi, soldi e ancora soldi? Pare di sì. E nessuno dice nulla. Perché? Be’, perché il terreno del consenso è sempre pronto, tenuto caldo e fertile dalla propaganda. “Siamo convinte che non ci possa essere una società civile in cui le donne vengono uccise e subiscono violenza”, commenta Solveig Cogliani, membro dell’associazione della Cucinotta. Pare dire: se invece si uccidono o si fa violenza agli uomini la società civile può comunque esserci… Il metamessaggio è quello: certe vite contano più di altre. Non solo: “Durante il lockdown ci sono stati 11 femminicidi”, dice l’on. Versace durante la presentazione. E non le basta: “molte donne hanno dovuto vivere in una casa-prigione chiuse coi loro aguzzini, vittime di mariti e fidanzati violenti”. E lo dice convintissima, ci crede davvero, forse è proprio questo il grave.
Il top però lo si deve proprio alla Cucinotta: “In questo periodo, come nel precedente lockdown”, ha detto, “la crisi economica causa maggior frustrazione che tanti uomini, ritornando a casa, sfogano nei confronti della donna e dei bambini”. Qui siamo oltre. Siamo in uno scenario immaginifico, siamo all’evocazione di immagini fiction a rappresentazione di una realtà che il nostro Fabio Nestola ha efficacemente perculato nella sua clip del nostro video contro la maschilità tossica. Follia, follia pura. Che però ha una funzione ben precisa: farvi star zitti. Fare in modo che nessuno di voi alzi il ditino per sollevare qualche pacata obiezione, magari con qualche numero vero tra le mani. Come puoi trovare la forza di dissentire quanto vieni travolto da una valanga di evocazioni così drammatiche? Come può sorgere il lume del dubbio quando scenari immaginifici del genere vengono ripetuti a martello fino a diventare una cosa reale? Impossibile. Ed è così che mentre le saracinesche e le imprese chiudono, i disoccupati aumentano così come i poveri, proposte come quelle di Forza Italia passano e le falsità che ne fanno da presupposto si affermano. Un buio civile e un silenzio sociale dove diventa facile conquistare nuovi privilegi e arraffare ancora altri soldi, tanti tanti soldi, dalle casse pubbliche.