di Giorgio Russo. Tutto l’ampio fronte che riunisce in un unico pastone le lobby LGBT e il progressismo fasciocomunista italiano ha avuto modo di esultare settimana scorsa di fronte a una notizia apparentemente sconvolgente: Papa Francesco approva le unioni civili tra persone omosessuali. Un vero e proprio boato di vittoria si è levato dal fronte interessato a far passare il DDL Zan: se anche un magistero così conservatore come quello della Chiesa arriva ad approvare la famiglia omosessuale, allora i tempi sono maturi per una legge contro l’omobilesbotransfobia. Non solo: tutto il web si è mobilitato a fare una coglionella più o meno feroce contro chiunque si fosse mostrato in passato contrario alle unioni civili. Giorgia Meloni, Mario Adinolfi e tanti altri sono stati sbertucciati e derisi con meme e provocazioni di ogni tipo, un vero e proprio vae victis da parte dei trionfanti portabandiera del “progresso”. Per parte loro i contrari alle unioni omosessuali si sono chiusi in un silenzio imbarazzato, in alcuni casi; in altri si sono sbilanciati a criticare il Pontefice per quella sua apertura.
Vero è che a molti è sorto qualche dubbio. Anzitutto: possibile che Papa Francesco prenda posizione a favore di una questione, le unioni civili, che in Italia è stata regolamentata già da tempo (Legge 20 maggio 2016, n. 76, la cosiddetta “legge Cirinnà”)? Certo questo Pontefice si è mostrato molto elastico e aperto rispetto a molti temi, ma addirittura aprire al matrimonio gay, per di più così clamorosamente fuori tempo? Qualcuno cerca di vederci chiaro e così spuntano qua e là sui social e su qualche quotidiano post e articoli che, riferendosi all’intervista dove il Papa avrebbe fatto il suo endorsement, smentiscono tutto. Ma sono focherelli, subito spenti dall’ondata informativa conformista. Su quell’intervista si comincia a parlare di “giallo” o di “video misterioso” e alla fine la potenza di fuoco dell’informazione mainstream si impone e detta a chiare lettere la versione finale della faccenda: Papa Francesco è favorevole ai matrimoni omosessuali e alla legge sulle unioni civili, sebbene questa esista già. Punto e fine? Niente affatto.
Ed ecco, cotta e mangiata, una bella fake news preparata a tavolino.
A nessuno tra i politici e gli opinionisti presi di mira dalle beffe degli LGBT e dei prog-fasciocomunisti è venuto in mente di andarsi a cercare l’intervista e di verificare direttamente le parole del Papa. Quei pochi giornalisti mainstream che l’hanno fatto non se la sono sentita di andare controcorrente e svelare la verità. Ecco allora che, come capita ormai regolarmente, deve pensarci “La fionda”, insieme a pochi altri piccoli siti di approfondimento. E si scopre che la lobby LGBT (sul modello di quella femminista), pur di avere la sua legge oppressiva approvata, fa della bugia uno strumento sistematico: la famosa intervista è tutt’altro che “misteriosa”. La si può trovare qui, su YouTube, che tutto è tranne che un posto “misterioso”. Temendo che venga presto fatta sparire, abbiamo scaricato il video e caricato lo spezzone interessato sul nostro server. Si tratta di una conversazione (in spagnolo) che il Pontefice ebbe con la giornalista messicana Valentina Alazraki nel maggio del 2019. Roba vecchia, insomma. Nell’intervista il Papa spazia su tanti argomenti, tra cui la tendenza manipolativa dei mass-media nei riguardi delle cose che dice, a partire proprio dalla questione omosessualità e al famoso “chi sono io per giudicare” da lui pronunciato nel 2013, proprio relativamente al mondo gay.
A questo proposito, nell’intervista il Pontefice parla chiaro: “Quello che ho detto è che hanno diritto a una famiglia e questo non vuol dire approvare gli atti omosessuali” (minuto 57.56). Altrove precisa ancora: “Le persone omosessuali hanno diritto a stare in famiglia, le persone con orientamento omosessuale hanno diritto a stare nella famiglia, e i genitori hanno dovere di riconoscere quel figlio omosessuale, quella figlia omosessuale. Non si può cacciare qualcuno dalla famiglia e rendergli la vita impossibile per questo”. Prima di questo, aveva raccontato di un padre omosessuale che gli si era presentato preoccupato che i suoi figli (comprati tramite utero in affitto) non venissero accolti in parrocchia. Dunque tre spezzoni scollegati, che tramite un astuto taglia-e-cuci sono stati rimontati riconnettendoli con l’aggiunta di una parte tagliata dal video originale, dove Papa Francesco diceva: “Quello che dobbiamo fare è una legge sulla convivenza civile, hanno diritto di essere legalmente tutelati”. Un’affermazione probabilmente troppo avanzata, che poi nel montaggio finale dell’intervista è stata tagliata, sicuramente con il benestare o su richiesta del Vaticano. Lo spezzone viene però recuperato e rimontato a proprio comodo, e per completare la falsificazione, lo spagnolo “convivencia civil” viene tradotto in “unioni civili”. Ecco così, cotta e mangiata, una bella fake news preparata a tavolino, mandata in giro a reti unificate e presa per buona da tutti i media mainstream.
La stanza dei bottoni dove si fabbricano le fake news.
Il Papa in realtà si guarda bene dall’approvare l’omosessualità o i matrimoni gay. Non che ciò sia condivisibile, ma non è questo il punto. Il punto è che il Pontefice, nell’intervista presa a riferimento, si è limitato a sostenere che due persone dello stesso sesso abbiano diritto di vivere assieme e che non debbano essere discriminate dalla famiglia d’origine, fine della storia. Che cosa la Chiesa intenda per “matrimonio”, infatti, lo si può riscontrare in altre dichiarazioni papali, lasciate anche per iscritto (ad esempio nel libro “Politica e società” del 2017, scritto con il sociologo Dominique Wolton). Ciò che è accaduto è dunque una pura e semplice manipolazione realizzata non si sa bene da chi, ma sicuramente da qualcuno con le mani abbastanza in pasta da avere accesso agli spezzoni tagliati, cioè non approvati dal Papa, di una conversazione avvenuta e registrata nel 2019. Quel qualcuno ha fatto il taglia-e-cuci e l’ha dato in pasto ai media e al web, col risultato che tutti ora, ma proprio tutti, anche all’interno della stessa Chiesa, credono che Papa Francesco sia favorevole al matrimonio gay.
È abbastanza inutile chiedersi chi sia quel “qualcuno”, non lo si saprà mai. Si può solo intuire chi siano i suoi mandanti o complici, individuando chi ha esultato di più per la fake news e chi più ha cercato di strumentalizzarla a proprio vantaggio. E sempre lì si finisce: lobby LGBT e accolita attorno al DDL Zan. Che in questa maniera si confermano straordinariamente inclini alla bugia, alla manipolazione e alla mistificazione, attività su cui vogliono avere in futuro mano assolutamente libera, ed è per questo essenzialmente che si è concepito il controverso disegno di legge. Oltre a ciò, si può anche intuire quanto gigantesco e sconfinato sia il potere di questo “qualcuno”, talmente potente da mettere a segno l’incredibile operazione di affermare in tutto il mondo una non-verità, manipolando e spacciando per attuali parole pronunciate più di un anno fa in un contesto specifico dove, per ironia, tra le altre cose il Papa pregava i giornalisti di smetterla di decontestualizzare le sue parole. Ma non è ai giornalisti, in gran parte utili idioti al servizio del più forte, che occorre guardare. Bensì a quell’essere misterioso che staziona là, in quella stanza dei bottoni dove si fabbricano fake news sempre più sfacciate e le si impongono con estrema semplicità a un’immensa platea di gente pigra e impaurita, per questo disposta a bersi di tutto e ad accettare anche leggi raccapriccianti come il DDL Zan.