di Fabio Nestola. Dalla Russia arriva questa notizia agghiacciante. Non mi occupo delle notizie estere e non sono informato su come funzioni in Russia, ma in Italia il clima costruito è quello di ogni donna vittima di violenza fisica, sessuale e psicologica. Tutte le donne sono vittime, e se non lo sono oggi lo sono state ieri o lo saranno domani perché la violenza maschile è cronica, inarrestabile, dilagante. Bisogna avere paura di mariti, fidanzati e conviventi, ma anche di padri, nonni, zii, fratelli, amici e colleghi… gli uomini, tutti gli uomini, sono più pericolosi di qualsiasi terrorista, la violenza domestica fa più vittime di guerre, mafie, pestilenze e carestie. Gli uomini italiani devono essere rieducati, il maskio è carnefice per DNA.
Un terrore strisciante instillato costantemente nella popolazione femminile ma non solo femminile, un clima di diffidenza verso il maschile abbinato alla percezione che la denuncia ad un uomo fa parte della tua vita, sorella, se ancora non l’hai fatta cosa aspetti? Forse non te ne accorgi, ma ogni azione del tuo compagno è violenza, ogni gesto, ogni frase, ogni sguardo. Lo fanno tutte, trova anche tu il coraggio di denunciare. “Denunciate, denunciate, denunciate”, è l’appello istituzionale martellante, accerchiante, assillante… se non vai in questura puoi andare in un centro antiviolenza, se non ci vai puoi chattare o telefonare, puoi usare l’app YouPol, puoi trovare i camper della polizia nelle piazze, puoi chiedere la mascherina 1522 in farmacia, puoi avere informazioni pure agli sportelli bancomat. Chiedi aiuto, ne hai bisogno anche se non lo sai. Se l’orco ti controlla cogli l’occasione per denunciare quando vai in edicola, al supermercato, a buttare la spazzatura, a portare fuori il cane.
Il condizionamento delle coscienze produce effetti.
La casistica sulle false accuse testimonia che ormai si ricorre alla denuncia per giustificare tutto ed il contrario di tutto; la accusa inventata può essere utilizzata per coprire un tradimento, per ottenere un vantaggio economico, per escludere un padre dalla custodia dei figli, per non accettare una separazione, per estorsione, per vendetta o per una dozzina di altri motivi. Ormai anche le generazioni più giovani ricorrono alla denuncia di stupro per nascondere rapporti consenzienti ai genitori. Ecco che denunciare diventa “normale”, quasi un gioco. Anche in Italia è successo che una ragazza minorenne denunciasse un fantomatico stupro subito “dagli zingari”, per cui amici e parenti si precipitarono a bruciare il più vicino campo Rom. Non era vero niente, aveva passato una notte brava con un partner occasionale e non sapeva come nascondere la scappatella al fidanzatino.
In Russia è andata peggio, c’è scappato il morto, Dmitri Chikvarkin, accusato falsamente e “per gioco” di molestie sessuali da due bambine e per questo fatto seviziare e uccidere dai genitori. La campagna istituzionale e mediatica è focalizzata esclusivamente sulla criminalizzazione del maschile, carnefice inquantouomo. E le reazioni salgono in risposta a tanto sbattersi a reti unificate: non solo denunce ma anche le segnalazioni al salvifico 1522, non è un caso se i millemila contatti si traducono poi nello zerovirgola di effettivi procedimenti giudiziari. Il condizionamento delle coscienze produce effetti. Se ci fosse per mesi un martellamento istituzionale e mediatico sull’invasione degli UFO, vogliamo scommettere che si moltiplicherebbero le segnalazioni di avvistamenti?