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di Davide Stasi. Saputo che Mauro aveva assoldato una CTP molto esperta, anche Gaia alla fine si decide, per sua maggiore tutela, di dotarsi di una consulente d’appoggio. Un’arma in più tra le tante a sua disposizione, di cui sembra far parte, anche se in modo larvato, la CTU del Tribunale. Fin dai primi colloqui lei e la consulente dialogano e cinguettano che è un piacere, l’una pone domande che in gran parte contengono già la risposta giusta e Gaia, da centravanti di sfondamento, non si fa sfuggire un assist e mette sempre in rete. Mauro viene interpellato di rado e quelle poche volte viene interrotto malamente dopo dieci secondi che parla.
E’ un gioco delle parti, alla fine, appare piuttosto evidente. In questi termini, la relazione della CTU è praticamente già scritta. Anche se la sua redazione viene realizzata con tutta calma. Di norma una consulenza tecnica d’ufficio dura due, tre, quattro mesi se va proprio tutto male. Quella di Mauro e Gaia durerà due anni. Due lunghi anni dove poco o nulla viene fatto per dare una svolta a una situazione già chiara da tempo, ma mai conclusa per la cecità, colposa o dolosa, di tutti i soggetti che se ne sono occupati. Per quei due anni Gaia continua a bere fottendosene dei percorsi di disintossicazione obbligatori, a disinteressarsi del figlio e a frequentare il cancelliere del Tribunale dei Minori, mentre Mauro a combatte per poter fare il proprio dovere di padre, e in mezzo sta Alessio e il suo “supremo interesse”.
“Papi, lo sai che una signora ci vuole parlare?”.
Gli unici ad aver mantenuto una condotta lineare e coerente, e per certi versi anche coraggiosa, sono stati i servizi sociali. Bistrattati e infangati nel narrato comune, e anche sui giornali per la famosa “vicenda Bibbiano”, nel caso di Mauro si sono dimostrati attenti, rigorosi e oggettivi, ovvero orientati a capire davvero cosa fosse meglio per il bambino, ormai in procinto di diventare un ragazzo. Si sono scontrati con il Tribunale dei Minori, ricevendone sanzioni e minacce, hanno messo per iscritto quello che dovevano, pure in un clima sfavorevole, e ancora non mollano la presa. Inutilmente perché una loro richiesta scritta alla CTU su come gestire la situazione, essendo ancora titolari dell’affido di Alessio, rimane senza risposta. L’allungamento dei tempi e la parzialità delle condotte passa anche dalle omissioni e non solo dalle azioni contrarie o inopportune.
Cosa stia accadendo nei sotterranei delle relazioni tra Gaia, Luigi, il Tribunale e la CTU alla fine risulta chiaro. “Papi, lo sai che una signora ci vuole parlare?”, Alessio chiede a Mauro, un giorno di febbraio. “Che signora, tesoro?”. Alessio resta pensieroso, poi quasi tra sé e sé: “boh, una signora… ma non capisco perché dobbiamo andare tutti e tre insieme con mamma”.
Le voci sono state alterate per non permetterne il riconoscimento
Non si fa problemi a pensar male.
Mauro registra mentalmente, oltre che sul cellulare, il dialogo e lo accantona nel suo ormai infinito archivio di note, con un campanellino pronto a suonare l’allarme in caso di necessità. Una necessità che non si fa attendere. Due settimane dopo è seduto davanti alla CTU, poco discosto da Gaia. La consulente li guarda entrambi: “è arrivato il momento di incontrarvi insieme ad Alessio”, esordisce, “occorre spiegargli con parole pacate chi sono e perché voglio parlare a tutte e tre”. Mauro è assordato dal suono del campanellino: la nota mentale che si era preso sulle parole di Alessio gli si stende davanti agli occhi. Il suo pensiero allora va oltre: come mai davanti alla CTU salta fuori un argomento di cui Alessio gli aveva parlato poco tempo prima? A Mauro non importa di incorrere in qualche peccato, dunque non si fa problemi a pensar male: che i dialoghi tra Gaia e CTU siano addirittura concordati? Che sia concordato tutto il percorso della CTU? Ci mette poco a verificarlo. “Lo sa”, irrompe nell’amabile conversazione tra la CTU e Gaia.
E’ come gettare un fiammifero in un pozzo di petrolio, un’esplosione in escalation. Le due lo tempestano di domande: “come lo sa?”, “come fa a saperlo?”. Si sprecano i rumorosi e tesi raschiamenti di gola, i paroloni impressionanti (“da cosa lo evince?”), fino al parapiglia. Un’agitazione che la dice lunga: ha pensato male, forse ha commesso peccato, ma molto probabilmente ci ha azzeccato.
Le voci sono state alterate per non permetterne il riconoscimento
In un suo famoso racconto intitolato “Il gatto nero”, Edgar Allan Poe mostra come il senso di colpevolezza induca le persone a esibire la propria colpa o a indagare esageratamente su ciò che gli altri sembrano sapere. Una forma larvata di confessione. La CTU non fa eccezione a questa regola e così tempesta Mauro di domande tipo: “lei non è sorpreso… qual è la fonte di Alessio secondo lei?”. Oppure: “lei che cosa ci vede dietro?”. Mauro, astuto, fa il fesso e dice “io non ci vedo niente”. Eppure dietro quelle domande c’è un’ammissione di colpa grande così.
Le voci sono state alterate per non permetterne il riconoscimento
È una bomba termonucleare, stavolta.
Le due dunque concordano gli interventi. Di più: la CTU e Gaia concordano il percorso, è tutto pianificato e costruito. E il manovratore, ci vuole poco a capirlo, è il cancelliere Luigi, il fidanzato di Gaia. “Come fai a provarlo?”, gli chiede il legale, quando se lo vede davanti furente come una bestia ferita. Non lo si può provare, in effetti. Come sempre Mauro deve abbozzare e subire. Ma fino a un certo punto. Si era detto in precedenza che, trattandosi di una vera e propria guerra, non avrebbe guardato in faccia a nessuno, facendo tutto ciò che poteva, anche atti audaci, anche da solo. Poco dopo viene informato dell’esito di una delle sue iniziative fuori dagli schemi.
Senza nemmeno consultare il proprio legale, aveva presentato un esposto per l’audizione illegittima di Alessio di qualche tempo prima. Sulle prime il PM aveva archiviato. Mauro si era opposto all’archiviazione e a quel punto gli arriva la notizia che all’esposto è stato dato seguito. E’ una bomba termonucleare, stavolta, perché al centro delle accuse c’è nientemeno che un intero tribunale, il Tribunale dei Minori. “Te sei matto”, gli dice il suo legale, quando lo viene a sapere. Ben più furiosa è la reazione di Gaia e dei suoi rappresentanti alla notizia. Allo scopo di mettere Mauro in cattiva luce, come quello che alimenta il conflitto genitoriale, la CTP di Gaia segnala la cosa alla CTU. Un atto quanto meno irrituale, oltre che scorretto.
Ormai è una colluttazione da strada.
Mauro, forte del putiferio scatenato dalla sua denuncia, non si lascia intimidire, e deferisce la CTP di Gaia all’ordine degli psicologi. Un’accusa circostanziata in sei punti, quattro dei quali vengono accolti. Cosa più unica che rara, la CTP viene ammonita dall’Ordine e segnalata negativamente presso due tribunali civili dove prestava servizio. Ormai, di questo passo, non è nemmeno più un contenzioso giuridico per il bene di Alessio. Ormai è una colluttazione da strada, una lotta a corpo libero ma senza regole, dove sono inclusi colpi bassi e uso di armi improprie. Mauro odia dover agire così, ma è stufo, arcistufo. Sono sei anni che cerca di fare il padre e di proteggere Alessio da una situazione malata e malsana. Ha subito più di quanto un uomo normale possa essere capace di subire, ora non ne può più.
E mentre gli adulti si accapigliano ferocemente, aizzati da un sistema messo lì apposta per alimentare i conflitti invece che dirimerli, Alessio e il suo “supremo interesse” restano sballottati nell’occhio del ciclone. All’apparenza è sereno, ma è appunto solo apparenza. Gradualmente si fa più taciturno e solitario. Ha smesso di andare a calcio e ha cominciato a prendere peso. Passa le giornate tra TV e videogiochi, e solo quand’è con papà (che non ha né TV né computer) esce un po’ e si libera. Ma fa sempre più resistenza. Essere il terreno dove adulti in malafede e in buona fede conducono una guerra feroce alla lunga si paga. E i segnali della sua sofferenza ci sono già, a ben guardarli. E per chi non volesse vederli, c’è una nuova relazione delle maestre di scuola. Già si erano sbilanciate in precedenza, ora sono proprio esplicite. La loro relazione dipinge una situazione vicina a essere disastrosa.
La distruzione della vita di un giovane.
Mauro, dopo aver letto tutto questo, ha un risveglio. Lui, impegnato sul campo di battaglia, si accorge che tutto un intero sistema si sta dimenticando di suo figlio. Tutti complici di una donna in mano a cui Alessio resta per la gran parte del tempo. La relazione delle maestre è la fotografia del futuro di Alessio, già ormai deviato in una stortura che, se tutto non si risolve in fretta, sarà poi impossibile da raddrizzare. Giudici, specialisti, cancellieri, avvocati, un intero sistema per anni dedicato a ottenere un risultato solo: la distruzione della vita di un giovane, con un unico soggetto, Mauro, a tentare di fare resistenza.
Il momento è cruciale, occorre intercettare i segnali critici di Alessio. O la questione si risolve, o lì davanti c’è un baratro. Per tutti, ma soprattutto per lui.