Qualcuno ricorderà la vicenda di Fabio. Mi contattò in privato in uno dei tanti momenti di disperazione e sulla sua storia feci un video e scrissi un articolo. Da allora sono rimasto costantemente in contatto con lui, per capire quale sarebbe stata l’evoluzione della storia, da quel momento in mano ai tribunali civili e penali di Nola (Napoli). Entrambe le sezioni perché Fabio si è separato dalla moglie ed è in lotta per poter avere almeno un minimo rapporto con i suoi due figli, penale perché l’ex moglie è stata rinviata a giudizio per stalking, dopo che Fabio aveva presentato un numero spropositato di denunce ed essersi a buon peso preso una coltellata e aver subito alcuni pestaggi palesemente commissionati (altro che Codice Rosso…).
Oggi la situazione non è cambiata. Anzi per certi versi è peggiorata. L’ex moglie sta subendo il processo per atti persecutori, ogni accusa strumentale mossa ai danni di Fabio (perché ovviamente ce ne sono state molte) è caduta, grazie anche alle testimonianze nientemeno che di Carabinieri e Polizia, ma nonostante questo lui è ancora fuori dalla propria casa, dove l’ex moglie si è stabilita con i bambini e i suoi genitori. Non solo: si susseguono a suo danno pignoramenti continui, giustificati dalle sue difficoltà a pagare l’assegno alla ex moglie che, di suo, è stata riconosciuta, proprio per le innumerevoli denunce e il procedimento in atto, non idonea all’affido. Il passo in linea del tutto teorica sarebbe semplice: far tornare i bambini dal padre. Ne sarebbero pure molto felici. Ma no, il tribunale tentenna, temporeggia, trova scuse. E a fronte delle insistenze di Fabio e del suo avvocato ventila l’ipotesi di mettere i piccoli in casa-famiglia. Come se la vicenda di Bibbiano non fosse mai esistita, come se non ci fosse da andare molto cauti in questi casi.
Oggi la situazione non è cambiata. Anzi per certi versi è peggiorata.
Ma no: negare l’affido a una donna e darlo a un uomo è e rimane, pur davanti a tutte le evidenze, una specie di tabù. Dopo le coltellate, le aggressioni, la spoliazione, il tormento che ancora oggi continua, l’alienazione dei figli (che nonostante i turni stabiliti dal giudice civile, continuano a venirgli negati), dovrebbe essere automatico il passaggio dei piccoli a una realtà più equilibrata e stabile, con le relative riarticolazioni economiche e patrimoniali. Ma no, fin tanto che c’è di mezzo una donna da sanzionare, e fin tanto che di mezzo ci sono i giudici italiani, non se ne parla. E così Fabio sta male, è gonfio di rabbia per l’ingiustizia che sta patendo da anni. Ma soprattutto per l’impossibilità di poter riabbracciare regolarmente i propri figli.
Vengono in mente le ultime dichiarazioni folli dell’On. Maria Edera Spadoni (M5S), che parlando del DDL Pillon ne ha sparata una più grossa dell’altra, sostanzialmente mostrando la sua profonda ignoranza sul tema, da un lato, e dall’altro la sua totale malafede, laddove dietro l’interesse del bambino cerca di nascondere, per altro molto male, il solo interesse materno. All’onorevole consiglierei, prossima volta, prima di dar aria alla bocca, di incontrare Fabio, ascoltarlo, guardare le sue carte e tenere conto che la sua è una storia tra le innumerevoli simili, sparse per tutti i tribunali d’Italia, ma tutte sconosciute e misconosciute. Potrebbe essere fondamentale alla signora Edera per evitare di fare come l’omonima pianta infestante, ovvero per evitarle di infestare le istituzioni con idee politiche fondate sull’ingiustizia e la discriminazione.